
Oggi vorrei parlarvi di un libro che mi ha profondamente colpito. Si tratta di “Fiori di roccia” di Ilaria Tuti, edito da Longanesi.
È ambientato durante la Prima Guerra Mondiale e la storia di svolge tra il paesino di Timau, in Carnia nel confine tra Friuli e Austria, e le montagne che lo sovrastano.

Protagonista è Agata, una giovane ragazza che si ritroverà al centro della Storia diventando una portatrice carnica.
Ma chi sono queste figure eroiche?
“Le portatrici carniche furono quelle donne che nel corso della prima guerra mondiale operarono, lungo il fronte della Carnia, trasportando con le loro gerle rifornimenti e munizioni fino alle prime linee italiane, dove molto spesso combattevano i loro uomini nei reparti alpini.” (Wikipedia)

La donna simbolo delle portatrici è Maria Plozner Mentil che durante un’ascesa fu colpita da un cecchino austro-ungarico verso Passo Pramosio e morì poco dopo. Era il 15 febbraio 1916.

Ilaria Tuti scrive in modo delicato e appassionato di queste donne per troppo tempo dimenticate dalla Storia
Il mio consiglio è quello di leggere questo magnifico libro e poi visitare i luoghi descritti.
Magari iniziando da una visita al Tempio Ossario di Timau per poi salire a bella escursione adatta a Malga Pramosio – ci si arriva in auto lungo una strada sterrata che attraversa la magica foresta di Pramosio –

da dove inizia il sentiero che porta prima a Casera Pramosio Alta e poi al Lago di Avostanis

Al rientro potrete rifocillarvi con un lauto pasto presso la Malga e magari, perché no, fermarvi a dormire e vivere appieno queste montagne.
E non potrete non pensare ad Agata, Maria, Caterina, Viola, Lucia e a tutti i ragazzi che lassù compirino l’estremo sacrificio.
“Ora riposa (Maria Plozner Mentil n.d.a)nel Tempio Ossario di Timau, fra 1626 alpini, fanti e bersaglieri, gli eroi del Pal Piccolo. All’ingresso, una scritta recita un monito che echeggerà nei secoli: «Ricordati che quelli che qui riposano si sono sacrificati anche per te». Ricordare è nostro dovere e responsabilità. In tempi in cui ci si riempie spesso la bocca in modo inopportuno di parole come «Italia», «Patria» e «confini», teniamo ben presente ciò che hanno significato per milioni di giovani, da entrambe le parti, e cerchiamo di recuperare un sentimento di pudore davanti al sacrificio.” (Ilaria Tuti)